RECENSIONI / Emanuele De Persis /
Fra le domande che sembrano intersecare la maggior parte degli interventi che compongono il volume a cura di Alex Pagliardini e Igor Pelgreffi, La direzione della cura. Psicoanalisi e filosofia, ve n’è una metodologicamente decisiva: su cosa psicoanalisi e filosofia convergono, e perché? Alla questione ormai secolare, ma tornata prepotentemente in auge negli ultimi anni, sembra voler rispondere già il titolo: nel mettere in risalto la direzione della cura, filosofia e psicoanalisi si configurano come pratiche di interrogazione del “senso”, cercando di individuarne la natura, i dispositivi di codificazione, le condizioni di manifestazione, i margini di trattamento teorico e pratico e in ultimo – elemento decisivo – il rapporto con ciò che ne esubera i limiti e che pure non smette di condizionarne la tenuta, la terra incognita del mistico, del Fuori o del non-senso. Così il nemico comune prende il nome di psicologismo, ultima riedizione della doxa o della presunta autotrasparenza della coscienza di un soggetto psicologico che, come avrebbe detto il giovane Heidegger de I problemi fondamentali della fenomenologia, «rimanda sempre a un soggetto non psicologico» che ne costituisce le condizioni di possibilità e le regole di esplicitazione. È sulla definizione della natura di questo soggetto, tuttavia, che filosofia e psicoanalisi divergono: da una parte, il soggetto trascendentale della filosofia incarna le funzioni a priori e i gesti costitutivi della determinazione coscienziale dell’esperienza; dall’altra, la psicoanalisi individua nel soggetto dell’inconscio, ossia nel corpo desiderante tagliato dalle esigenze implicite alla sua civilizzazione linguistica, l’oggetto del suo trattamento critico e clinico.
…